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Razzismo inverso: è italiana, bianca, via residenza e sanità!

Un altro caso di autoctofobia, ormai l'Italia non è posto per italiani. Con la crisi economica perde tutto e il Comune le toglie la residenza. Incredibili le vicissitudini di questa donna
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di Sara Palazzotti | 30 Luglio 2016


Accade a Lucca (Toscana, Italia) nel XXI secolo, quello in cui lo Stato Italiano spende milioni di euro all’anno per l’accoglienza di migranti stranieri – e anche in mazzette e corruzione… ricordiamolo, e anche in interessi indebiti versati alla BCE per quella infima moneta non sovrana che ha distrutto la vita di milioni di persone e che si chiama Euro.

Ma questa donna ha la grave pecca di essere nativa italiana, per cui per lei non c’è emergenza e neanche accoglienza. Dopo una vita di lavoro questa donna è costretta a vivere una situazione a dir poco incredibile ma più che altro allucinante.

Lo leggiamo sul quotidiano “La Gazzetta di Lucca” ((E’ italiana, lucchese e… bianca, le tolgono residenza e medico di famiglia)) che riferisce di aver ricevuto la lettera di denuncia dalla stessa donna che, ormai stremata, non sa più come risolvere la sua situazione. Vogliamo dare eco anche noi alla sua denuncia e riportiamo anche qui il testo della lettera pensando di fare cosa utile e gradita (mascheriamo i nomi degli amministratori pubblici citati nella lettera, poiché non abbiamo possibilità di verificare, per i quali vi rimandiamo al testo del giornale fonte dell’informazione indicato in link).

Sono Maria Paola Palmerini, una signora cinquantenne lucchese. Divorziata dal 2003. Vivo sola in compagnia di un gatto persiano. Ho una esperienza assicurativa ventennale, avendo lavorato sia nelle agenzie come amministrativa, sia come dipendente di Fondiaria-sai, in ispettorato sinistri, dal 1998 al 2008.

Appunto nell’agosto del 2008, decido di mollare tutto per aprire una mia attività imprenditoriale. Apro una boutique di abbigliamento e calzature dove con la registrazione di due miei brands, produco anche abbigliamento i di sartoria.

Purtroppo a breve, con questa crisi studiata al tavolino, vengo spazzata via, con me viene spazzato via anche tutto ciò che avevo costruito in una vita.

Perdo tutto, subisco lo  sfratto della mia bella casa, tutto viene smantellato senza pietà.

Mi ritrovo da diversi anni, dopo aver fatto anche un gesto inconsulto dalla disperazione, a muovermi con pezzi di vita al seguito che perdo strada facendo. Tutti lavori precari.

Inizio a vivere in stanze in case condivise, un calvario.

Nelle mie condizioni è il Comune di *** che mi suggerisce di vivere in case condivise, usufruisco di contributi per circa 6 mesi per ben due volte, affittando una camera in case condivise.

In questo mio peregrinare, subisco di tutto, dai furti alle risse coi conviventi.

Una triste realtà che non avrei mai voluto conoscere. Faccio più volte il lavoro di badante,  se si può definire un lavoro! Tutto è precario, questo modus vivendi rende anche la vita precaria.

Giusto per non dilungarmi troppo nei dettagli, voglio raccontare gli ultimi fatti che mi hanno sospinto a scrivervi, perché ho bisogno di aiuto!

Pochi giorni fa, ho finito un lavoro di assistenza domiciliare ad una signora anziana Lucchese, un lavoro per un mese, sostituivo la badante in ferie. Questa famiglia mi ha messo a dormire in una cantina, mi hanno messo una branda con un materasso, tra biciclette,  motocicli e odore di scarpe sporche, senza servizi igienici.

Finito questo lavoro, con quei pochi soldi guadagnanti in nero, ho alloggiato in struttura ricettiva, ma ben presto fuori anche da quella  struttura per prenotazioni turistiche.

E’ estenuante una vita così!

Ho richiesto aiuto al comune di ***, spiegando nuovamente la mia drammatica situazione.

Premetto che alcuni mesi fa, lo staff dell’ufficio casa del comune di ***, mi aveva promesso un’aiuto economico se trovavo un’appartamento in affitto. L’aiuto consisteva, nel versamento della rata in deposito cauzionale, ed il versamento della prima mensilità.

Ma come può una persona senza referenze trovare chi le apre le porte di casa? Non ero riuscita a trovare niente, essendo disoccupata e con lavoretti di poche ore in nero.

Sono  riuscita solo in questi giorni, attraverso le amicizie Lucchesi a trovare un piccolo appartamento in affitto, il proprietario voleva per iscritto ciò che mi aveva promesso il comune.

Et voilà.

Contatto l’ufficio casa comunicando i nuovi eventi ed in tutta risposta dalla dott.ssa Ma***, ricevo calci negli stinchi.

La dott.ssa Ma*** è l’assistente sociale dell’ufficio casa che sostituisce la signora Na***, con la quale avevo preso accordi, insieme all’assessore Sic****.

La gentile signora, mi comunica che nel contempo sono cambiati i regolamenti e quindi non esiste più alcun aiuto per la sottoscritta.

Piangendo, la supplico. Sono fuori casa, non so più dove alloggiare.

Ed in tutta risposta mi dice:

Compili il bando per le case popolari da consegnare in ottobre prossimo, ed acceda al contributo regionale previsto per luglio 2017, per quest’anno ormai non è più in tempo.

Beh! La simpatica signora insieme alla giunta anti italiani, stanno col culo al caldo, non hanno nemmeno idea, cosa voglia dire perdere tutto.

Ho trovato ospitalità da poche ore in casa di un mio conoscente fuori Lucca. Ho evitato la strada!

Le istituzioni, troppo impegnate ad importare immigrati, loro rendono, io sono da buttare nel cesso, andavo bene fintanto che pagavo le tasse, ed io le ho sempre pagate, sia nel lavoro da dipendente, sia nel lavoro imprenditoriale.

Questa mattina, ho contattato il mio medico per fare esami di routine, per la patologia alla tiroide.

HO SCOPERTO DI NON AVERE PIU’ L’ASSISTENZA SANITARIA. Il mio medico non se l’è sentita di farmi l’impegnativa per gli esami del sangue, anche lui è rimasto perplesso.

Il comune di ***, mi ha cancellato la residenza e quindi di conseguenza non ho più nemmeno assistenza sanitaria.

Però il primo immigrato che tocca terra italiana, viene soccorso e aiutato. IO NO! Loro hanno assistenza sanitaria,  gli danno oltre al vitto e alloggio, paga e  pensione.

In questo paese, qualcosa non torna.

Vengono tacciati di razzisti, fascisti chi si ribella a questo sistema,  proprio da chi è razzista contro il proprio popolo.

Non chiedo la luna, chiedo attraverso i vostri programmi, che queste nefandezze vengano riportate alla luce.

La vita è una,  non concede repliche, questi criminali, non hanno alcun diritto nel  renderla così difficile e discriminatoria.

Sono una donna con tante belle caratteristiche, sono di bell’aspetto e non mi considero una stupida.

Vivo forse nel paese sbagliato? La mia colpa è di non avere più 20 anni? Ho pensato più volte di fuggire via da questo paese, non è giusto. I nemici  si combattono, non si fugge via!

Aiutatemi, non chiedo altro.
Allego foto selfie le più brutte che ho.

Ho ancora la mia dignità e con le pezze al culo non cammino, ero una signora e nell’animo lo sono ancora.
Voglio andare in TV reti nazionali.
Aiutatemi

Contattatemi, Vi prego!

Sto lottando con le unghie e coi denti.

Esprimiamo la nostra solidarietà per la Signora che ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente e a tutti gli italiani vittime di queste discriminazioni razziali.
Vi invitiamo anche ad indicarci altri casi, parlate! E vi inviatimo seguire e supportare le pagine di denuncia su Facebook.

https://www.facebook.com/democidio

https://www.facebook.com/autoctofobia

democidio

Autoctofobia e razzismo inverso
Autoctofobia e razzismo inverso

Ovviamente, tutti gli amministratori implicati in questi casi sono solo strenui applicatori di leggi (anche i nazisti lo erano e invocarono questa giustificazione in sede processuale).

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