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Misoginia dell’antica Grecia, un tabù della storia della filosofia

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di Sara Palazzotti | 2 Gennaio 2016


Accenno qualcosa a proposito di un tabù, la misoginia nell’antica Grecia. Misoginia, brevemente, odio per le donne. Molti pensano che la misoginia, almeno in occidente, abbia origine nel cristianesimo, ma non è così. Vi propongo di seguito alcuni passi tratti dagli scritti di grossi calibri intellettuali dell’epoca greca antica, dai quali si comprende quanto era intensa la misoginia e il maschilismo della società e della cultura dell’antica Grecia.

Se ne parla poco, o nulla, per cui mi pare importante ricordare quale era la mentalità dell’epoca, che poi si è trascinata a lungo, e resta ancora oggi impregnante della cultura occidentale che ha le sue radici culturali proprio anche nella cultura ellenica. Direi che, al contrario, è stata proprio la cultura greca ad aver contaminato di misoginia il cristianesimo delle origini, anche se, pure la Bibbia dell’Antico Testamento ne contiene. La #misoginia è trasversale, si trova in molte religioni, nel cristianesimo, paradossalmente, ma concetti misogini si trovano anche nell’ebraismo e nell’islamismo. Di questo ultimo ne siamo più consapevoli, perché, mentre le altre religioni, nei secoli, si sono ammorbidite, nell’islam la misoginia è ancora molto viva. E, oggi, la misoginia islamica sta ri-contaminando concettualmente l’occidente, mediante l’immigrazione islamica che non si integra, ma pretende, e ottiene, di importare le abitudini islamiche, anche misogine, in occidente.

Ma ecco le citazione che vi avevo preannunciato all’inizio:

Euripide (Atene, 485 a.C. – Pella, 407-406 a.C.) drammaturgo greco antico:

“La donna è il peggiore dei mali.”

(Euripide, Ippolito)

Esiodo (VIII secolo a.C. – VII secolo a.C.) poeta greco antico:

“Chi si affida ad una femmina si affida ai ladri”

(Esiodo, Le opere e i giorni, v. 375)

Con il mito di Pandora si dà colpa di tutti i mali del mondo a una donna, curiosa, curiosa come anche l’Eva biblica, pure lei incolpata di tutto:

MITO DI PANDORA – “Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le opere e i giorni, il vaso (pithos, πίθος in greco antico) era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo.

Pandora

Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo, che erano gli spiriti maligni della vecchiaia, gelosia, malattia, pazzia e il vizio. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale simile ad un deserto, finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza, ed il mondo riprese a vivere.

Con il mito del vaso di Pandora la teodicea greca assegna alla curiosità femminile la responsabilità di aver reso dolorosa la vita dell’uomo: per questo motivo il personaggio di Pandora non è dissimile da quello di Eva nel mito biblico della Genesi.” http://it.wikipedia.org/wiki/Vaso_di_Pandora

Questo è un pensiero misogino di Aristotele (Stagira, 384 a.C. o 383 a.C. – Calcide, 322 a.C.) filosofo, scienziato e logico greco antico, ed è solo uno dei suoi tanti:

“L’uomo è per natura superiore, la donna inferiore; il primo comanda, l’altra ubbidisce, nell’uno v’è il coraggio della deliberazione, nell’altra quello della subordinazione.”

(Aristotele, Politica, IV sec. a.e.c.)

Il pensiero di Platone/Socrate (Atene, 428 a.C./427 a.C. – Atene, 348 a.C./347 a.C.) filosofo greco antico – anche se molto innovativo per l’epoca, conserva tratti maschilisti, anche se sono riservati all’ambiente dei “guardiani”. In molte altre parti invita a lasciar partecipare le donne. Qui le donne, e anche i figli, sono considerate come una proprietà “comune”, anche se è più una provocazione che altro, dubitando egli stesso dell’attuabilità, voleva essere una tecnica per eliminare il problema del “nepotismo”. Tuttavia, la norma provocatoria poneva gli uomini come presiedere una sorta di harem collettivo e non viceversa:

“Le donne di questi nostri uomini siano tutte in comune, e nessuna conviva in privato
con nessuno; inoltre anche i figli siano comuni, e il padre non conosca il figlio, né il figlio
il padre. ”

(Platone – Repubblica)

Aristofane del demo di Cidateneo (Atene, 450 a.C. circa – 385 a.C. circa) commediografo greco antico:

“Non c’è nulla al mondo peggio delle donne impudiche, tranne forse le donne.”

(Aristofane, Le tesmoforiazuse)

Epittetto, di origine schiavo, ma pur sempre maschilista – Ierapoli, 50 – Nicopoli d’Epiro, 130 – filosofo greco antico:

“40) DELL’EDUCAZIONE DELLA DONNA – Le donne cominciano ad essere considerate dagli uomini, solo quando cominciano a “formarsi”. Sicché vedendo che non possiedono nessun altro pregio se non quello che si riferisce al sesso… si danno ad acconciarsi e ornarsi, e a riporre ogni loro speranza in tale studio. Per cui bisogna aver cura che si accorgano che le si ha in pregio solamente quando si dimostrino costumate, vereconde e caste.”

(Epitteto, Il Manuale)

E terminiamo la breve carrellata, che potrebbe essere molto più lunga, con Pitagora (570 a.C. circa – Metaponto, 495 a.C. circa) filosofo greco antico, matematico, taumaturgo, astronomo, scienziato, politico. Pitagora, che pure risulta fosse aperto all’ingresso delle donne nelle sue scuole, risulta anche abbia formulato questa sentenza:

“C’è un principio buono che ha creato l’ordine, la luce e l’uomo, e un principio cattivo che ha creato il caos, le tenebre e la donna.”

(Pitagora, VI sec. a.e.c.)

Ecco… le cose stanno un po’ così, c’è molto da approfondire. E voglio anche precisare, che non lo ricordo perché sono sessista, non penso che le persone sono migliori o peggiori in relazione al loro sesso. Ogni persona ha i suoi pregi e suoi difetti. Ne voglio parlare solo perché è giusto conoscere il passato ed è utile capire l’origine di certi fenomeni che hanno causato e causano, ancora oggi, molti problemi. E siccome mi pare che certe idee si stiano anche rivivacizzando, penso che sia utile parlarne.

 

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