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Mortalità, impennata misteriosa in Italia, come in guerra

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di Sara Palazzotti | 23 Dicembre 2015


Boom di mortalità in Italia nel 2015, a segnalarlo è Neodemos (associazione indipendente di analisi demografica), nel sito internet ufficiale, con un articolo di Gian Carlo Blangiardo (docente di demografia presso l’Università di Milano Bicocca) datato 22/12/15((Neodemos: 68mila morti in più nel 2015)).

Frequenza morti in Italia 2014 2015

IMPENNATA DI MORTALITA’ NON SPIEGABILE CON IL SOLO PROCESSO DI INVECCHIAMENTO

Nell’articolo si evidenzia che, dall’analisi dei dati mensili forniti dall’Istat, disponibili al momento per i primi otto mesi del 2015, risulta un’intensa impennata della mortalità, rispetto allo stesso periodo del 2014. Si nota un aumento di morti dell’11,3% che, secondo Blangiardo, non può essere giustificato dal solo processo di invecchiamento della popolazione, che potrebbe giustificare al massimo un aumento di 16mila unità.

NUMERO DI MORTI COME IN TEMPO DI GUERRA

Sempre secondo l’analisi di Neodemos ((Neodemos (associazione indipendente di analisi demografica))), si può riscontrare un numero di morti analogo, così elevato, in Italia nel 1943 o durante la guerra del 1915-18, periodi per i quali è però facilmente identificabile la causa nelle guerre mondiali.

COME POSSIAMO SPIEGARE UN NUMERO DI ITALIANI MORTI COSI’ ALTO?

E sì, non possiamo che associarci all’interrogativo dell’analista: oggi come possiamo giustificare un tasso di mortalità tanto elevato? Normale attenderselo in periodo di guerra, ma oggi? Forse la persistenza della crisi economica e politica, i tagli alla sanità, stanno portando un crollo di qualità di vita e di qualità dell’assistenza sanitaria?

DISTRIBUZIONE DELLA MORTALITA’ (DATI ISTAT)

Questa sarebbe la distribuzione di mortalità per fasce di età

“tra il 1° gennaio del 2014 e alla stessa data del 2015 scopriamo subito che, a fronte di 159mila unità in meno nella fascia d’età fino a 60anni, se ne contano in più 70mila in età tra 61 e 70 anni, 40mila tra 71 e 85 anni e 62 mila con oltre 85 anni.”

CONCLUSIONI

Sarebbe interessante analizzare la distribuzione di quei 159.000 morti fino a 60 anni e considerare l’aumento specifico di quella fascia rispetto agli anni precedenti. Il segnale è, effettivamente, molto preoccupante. Mi domando io: democidio in corso?

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