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Logica del reddito di cittadinanza, lavoro gratis? NO

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di Sara Palazzotti | 30 Gennaio 2016


@MOTIVAZIONE – La ragione di esistenza del reddito di cittadinanza è che il lavoro non c’è più, altrimenti non servirebbe. Giusto?

reddito di cittadinanzaSchiavi, vitto e alloggio

Infatti, grazie allo sviluppo tecnologico, non esiste più quantità di lavoro che impieghi tutti gli esseri umani esistenti per otto, o più, ore al giorno.

Per fortuna, sarebbe da dire, ma gli aguzzini non vogliono mollare l’osso, perché, per il loro tornaconto, è meglio che stiate o alla catena di montaggio o disperati (che è un’altra catena di montaggio che occupa la testa).

@SOLUZIONE – Quindi, si pensa al “reddito di cittadinanza” per fornire chi non trova lavoro, perché non esiste, di un reddito che gli consenta di sopravvivere. Altrimenti dovremmo attivare le “camere a gas” per avviare la soppressione di eccesso di mano d’opera, che pare ingiusto, disumano, perché vorrebbe dire che l’uomo può esistere solo se deve fabbricare beni e servizi.

@MOTIVAZIONE EGOSOCIALE C’è anche una motivazione egosociale – la direi così perché non è altruistica – infatti, destinando alle “camere a gas” la manodopera in eccesso si va anche contro l’interesse collettivo, poiché tra queste persone possiamo trovarne di elevata qualità professionale, culturale, artistica, morale ecc. anche perché la selezione del personale per le attività lavorative, lo sappiamo tutti, non è necessariamente di tipo qualitativo, ma spesso di tipo quantitativo, nella migliore delle ipotesi, o anche per maggiore corruttela, al peggio e non di rado.

Quindi, senza reddito di cittadinanza, ma dico io, anche senza una drastica riduzione dell’orario di lavoro – aumentando, ovviamente, i salari che sono vergognosamente e ingiustificatamente bassi – si rischia di perdere una componente molto importante delle qualità umane, che andrebbe in estinzione.

@PARADOSSI DEL PRETENDERE PRESTAZIONI LAVORATIVE IN CAMBIO.

Ora. Se si vanno ad introdurre nelle normative di “reddito di cittadinanza” degli obblighi di prestazione lavorativa gratuita, si va ad inficiare il senso del “reddito di cittadinanza”, perché significa che il lavoro esiste, in contrasto con il presupposto stesso di un reddito di cittadinanza. E sembrerebbe di più un modo meschino per salvare la faccia e non attivare le “camere a gas”, ma ottenere lo stesso effetto. Perché queste persone, anche di notevoli qualità – non sono tutti fannulloni incompetenti, come vogliono far credere i partiti di questa gentaglia losca e corrotta – si troverebbero umiliate, soggiogate da burocrati impiegati all’ufficio dell’impiego, magari raccomandati e imbucati dai partiti, che potrebbero indurli a frustrazione, emarginazione, modifiche comportamentali, con estinzione delle qualità umane suddette, fino anche all’induzione al suicidio (= camere a gas).

Non ha alcun senso dare un reddito di cittadinanza e poi pretendere prestazioni lavorative gratuite, come so già stanno facendo con i sussidi di disoccupazione. Se qualcuno ha bisogno di prestazioni lavorative significa che il lavoro c’è, e allora deve assumere il personale di cui necessita, oppure rivolgersi a lavoratori autonomi, se il bisogno è solo a tempo determinato.

E se il reddito di cittadinanza è troppo basso serve anche come pretesto per legalizzare salari di entità inferiore, quindi causa un danno più che un beneficio. Ma di questo parleremo in un altro post.

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