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Il ruolo dei regni Africani e degli Arabi nello schiavismo e nell’esportazione di schiavi – 2

La tratta degli schiavi operata dagli arabi precedette quella atlantica di secoli. I mercanti arabi erano attivamente coinvolti nel commercio di schiavi. Spesso, con la complicità dei regnanti Africani.
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di Sara Palazzotti | 17 Marzo 2024


L’interazione tra i regni africani e il commercio transatlantico di schiavi è un capitolo complesso e sfaccettato della storia dell’Africa e del mondo. Contrariamente a una narrazione semplificata che dipinge l’Africa esclusivamente come vittima della tratta degli schiavi, la realtà storica ci rivela che alcuni regni africani ebbero un ruolo attivo e significativo sia nello schiavismo interno che nell’esportazione di schiavi.

Tratta araba schiavi africani - ragionveduta.it
Tratta araba degli schiavi africani – ragionveduta.it

Come già introdotto nell’articolo Bagni di Algeri, società schiavistiche del Nord Africa – 1, prima dell’arrivo degli europei, l’esistenza della schiavitù in Africa aveva già radici profonde, variando notevolmente da una regione all’altra in termini di pratiche e status giuridico degli schiavi.

Con l’avvento del commercio transatlantico di schiavi nel XV secolo, alcuni regni africani videro un’opportunità per espandere il loro potere e ricchezza. Regni come l’Asante in Ghana, il regno del Congo, e vari stati yoruba in Nigeria, per citarne alcuni, parteciparono attivamente al commercio, catturando o acquistando schiavi da regioni interne per poi venderli agli europei.

Alcuni regni africani utilizzavano la fornitura di schiavi come strumento diplomatico, consolidando alleanze con le potenze europee o usando gli schiavi come moneta di scambio per armi o altri beni. Questo commercio influenzò profondamente le strutture politiche, economiche e sociali dei regni africani, intensificando conflitti, promuovendo la formazione di nuovi stati e regni, e alterando tradizioni e sistemi economici preesistenti.

L’esplorazione del ruolo dei regni africani e degli arabi nello schiavismo locale e internazionale rivela una storia complessa. È fondamentale riconoscere questa complessità per comprendere pienamente le dinamiche storiche che hanno plasmato il mondo moderno e per onorare la memoria di coloro che hanno sofferto a causa di queste pratiche.

Regni Africani e commercio di schiavi

Diversi regni africani ebbero ruoli significativi nel commercio di schiavi. Il regno del Benin, per esempio, fu coinvolto attivamente nella vendita di schiavi agli europei, così come il regno Ashanti, che utilizzava la schiavitù per espandere la sua influenza economica e militare. Il regno del Kongo, sotto il re Nzinga Mbemba (Afonso I), inizialmente partecipò al commercio di schiavi prima che il re cercasse, senza successo, di limitare la pratica a causa dei suoi effetti devastanti sulla sua popolazione.

Mercanti Arabi e tratta di schiavi

Schiavi provenienti dall’entroterra africano erano venduti e trasportati in tutto il mondo islamico.

La tratta degli schiavi operata dagli arabi precedette quella atlantica di secoli. I mercanti arabi erano attivamente coinvolti nel commercio di schiavi attraverso il Sahara, il Mar Rosso e l’Oceano Indiano. Regioni come la costa Swahili furono significativamente influenzate dal commercio di schiavi con il mondo arabo. Inoltre, città-stato come Zanzibar divennero centri nevralgici per il commercio di schiavi nel XIX secolo, dove gli schiavi provenienti dall’entroterra africano erano venduti e trasportati in tutto il mondo islamico.

Uno dei nomi noti nel contesto del commercio arabo di schiavi è Tippu Tip (Hamed bin Mohammed el Murjebi), un mercante e esploratore di origine swahili e omanita, che giocò un ruolo significativo nel commercio di schiavi nell’Africa orientale nel XIX secolo. Sebbene la sua attività fosse più concentrata nella regione dei Grandi Laghi dell’Africa, la sua influenza e le sue attività si estendevano ben oltre, mostrando il collegamento tra i diversi mercati di schiavi gestiti dagli arabi.

Tippu Tip (Hamed bin Mohammed el Murjebi), mercante di schiavi arabo
Tippu Tip (Hamed bin Mohammed el Murjebi), mercante di schiavi arabo

Il commercio arabo di schiavi differiva in alcuni aspetti da quello transatlantico. Ad esempio, era più orientato verso l’impiego di schiavi nelle case come domestici, concubine, eunuchi o soldati, piuttosto che nel lavoro forzato su vasta scala nelle piantagioni o nelle miniere come avveniva nel Nuovo Mondo. Inoltre, il commercio arabo di schiavi operava su rotte diverse, attraversando il Sahara, il Mar Rosso e l’Oceano Indiano.

I regni africani interagivano anche con questi mercanti arabi, a volte resistendo al commercio e altre volte partecipandovi, sia come fornitori che come consumatori di schiavi. La dinamica tra questi diversi attori era complessa, influenzata da fattori politici, economici e sociali.

Riconoscere il ruolo degli arabi nel commercio di schiavi africani aiuta a comprendere la portata globale di questa pratica e le sue profonde ripercussioni storiche, che si estendono ben oltre l’Atlantico, influenzando la storia e le società in diverse parti del mondo.

Impatto sulle Società Africane

L’impatto del commercio di schiavi fu profondo, con ripercussioni che modificarono le strutture sociali, politiche ed economiche di molti regni africani. Le conseguenze di questi cambiamenti sono ancora visibili nelle dinamiche contemporanee del continente.

Conclusione

Il commercio di schiavi in Africa coinvolgeva non solo i regni africani e gli europei ma anche i mercanti e le potenze arabe, che giocarono un ruolo significativo nella tratta di schiavi già molto prima e durante l’era del commercio transatlantico. Il commercio arabo di schiavi ebbe luogo in diverse regioni, tra cui il Nord Africa, il Medio Oriente, e persino parti dell’India e dell’Europa.

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Bagni di Algeri, società schiavistiche del Nord Africa – 1

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