RagionVeduta.it

Ampliare il campo del suicidio assistito, dopo il primo caso SSN in Italia

Per la prima volta, il servizio sanitario nazionale ha eseguito ogni fase del suicidio assistito richiesto da una donna
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di Sara Palazzotti | 13 Dicembre 2023


Il suicidio assistito li spiazza, gli piace così tanto avere code di disperati che elemosinano un lavoro, una visita medica e una tac.

Il tribunale di Trieste ha obbligato l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) a rispettare la richiesta di suicidio assistito di una donna di 55 anni malata di sclerosi multipla.

La donna si è data la morte a casa sua, il 28 novembre 2023, con l’assistenza e per mezzo di un farmaco letale fornito dal Servizio Sanitario Nazionale.

Ovviamente, le polemiche non sono tardate. I soliti paladini del vivere a ogni costo (che poi ne fanno di tutti i colori) hanno dispensato le loro saggezze da millantatori.

Giova notare invece che il controllo sulla vita, sulle nascite e sulle morti non ha niente a che vedere con qualcosa di affettivo. Si tratta, per loro, di un più gretto esercizio di potere.

L’individuo, in quanto oggetto proprietario, al pari di un bue, di una vacca o di una pecora, non deve decidere in autonomia se vivere o morire, dare la vita o non darla (nel caso dell’aborto).

Le persone che si arrogano il potere di decidere, potete facilmente verificare, non hanno alcun tipo di sentimento nei confronti dei viventi. Il loro è solo un desiderio di supremazia: negare le cure o trattare male è il loro piacere, che viene garantito solo se sopravvivi, non se muori e tu non puoi permetterti di scappare con la massima fuga: la morte.

Sia perché ti costringano a vivere senza cure adeguate o sottomettendoti come uno schiavo. No! La decisione deve esserti tolta. Devi vivere per forza e magari strisciare come un verme e calpestare tutti i tuoi valori!

Fonte: oggigiorno.it

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