Lo stress da paura e povertà cambia il cervello
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Quando una persona vive nella paura, il sistema cerebrale limbico invia continuamente messaggi di allarme alla corteccia prefrontale, così si sovraccarica la capacità di fissare obiettivi e risolvere problemi nel modo più efficace.
Lo dice uno studio dell’Economic Mobility Pathways di Boston ((How Poverty Changes the Brain)).
Per questo, tutte le persone sottoposte a costante stress di sopravvivenza, in particolare le persone in povertà permanente, tendono a rimanere bloccate in circoli viziosi, lo stress determina cattive decisioni che aggravano altri problemi e rafforzano l’idea che non possano migliorare la propria situazione.
Lo stress modifica il cervello e blocca le persone sottoposte a stress.

Elisabeth Babcock, presidente dell’associazione, ha dichiarato:
Quello che stiamo cercando di fare è creare cicli virtuosi in cui le persone fanno un passo e scoprono di poter realizzare qualcosa che potrebbero non aver pensato di poter realizzare, e si sentono meglio con se stesse.
Le parti del cervello che vengono cambiate effettivamente dallo stress permanente, pare siano abbastanza plastiche da poter essere rimodellate con nuove esperienze e strategie.
L’associazione è impegnata nel fornire gli strumenti per ricablare il cervello in modo efficiente, uscire dalla povertà e dal caos familiare che, spesso, prende il sopravvento, a causa dello stress continuato.
Questo è quello che accade anche in altre situazioni stressogene continuate: il cervello viene rimodellato dalla paura e dallo stress, i processi mentali diventano meno prestanti.
IL PROCESSO è REVERSIBILE
Per fortuna, il processo è reversibile, si possono adottare strategie di reazione. Innanzitutto, con la consapevolezza.
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Webmaster e articolista.