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Legittimità e utilità delle videoriprese per la sicurezza

Perché alcuni soggetti possono e per altri (individui) se ne discute?
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di Sara Palazzotti | 5 Marzo 2016


A volte mi trovo a dibattere sulla questione se registrazioni audio-video siano legittime quale deterrente di abusi e siano anche valide prove di abusi. Ciò è incredibile, se consideriamo, intanto, che noi individui siamo, ormai, videoripresi ovunque, per le strade, nei negozi ecc. con invasione della privacy e proprio accampando il diritto alla tutela della sicurezza.

Per quanto concerne il diniego di utilizzo di videoriprese quale prova di abusi, e quindi l’automatico effetto deterrente con l’avviso, come accade per la sicurezza dei proprietari dei luoghi, c’è da considerare che è paradossale rispetto al fatto che le testimonianze verbali sono usate come prova, quando la verità NON è accertabile.

Capite bene che l’utilizzo di prove testimoniali (come ho scritto in un articolo precedente), che spesso purtroppo sono l’unico elemento probante, sono anche ritenute valide con un artificio, al quale siamo abituati, ma che non garantisce veridicità delle ricostruzioni dei fatti.

Artificio che non risolve pienamente il dilemma dell’accertamento della verità, poiché con la testimonianza verbale è facilmente concretizzabile la falsificazione della ricostruzione degli eventi, e di conseguenza con nessun effetto deterrente per gli abusi (sia da parte di presunte/reali vittime, sia da parte presunti/reali abusanti).

Chiunque, infatti, vittima o carnefice in un evento, può essere accusato di qualsiasi cosa con l’accordo di più persone.

La discriminante, spesso, è appunto solo numerica (sempre il culto della maggioranza).

La prova video e audio è qualitativamente superiore di gran lunga a quella testimoniale verbale. Anche se si deve tenere conto che oggi è possibile alterare il digitale, o che tagli possono cambiare il senso, ma questo può essere molto esoso, non alla portata di tutti, e si può anche verificare.

Più facile inventare da zero qualsiasi menzogna e dirla verbalmente.

In sintesi, la questione che pongo sempre è: per quale misterioso motivo legale possono essere piazzate videocamere ovunque da parte di determinati soggetti, per tutelare la loro sicurezza, e non potrebbero fare altrettanto le persone per tutelare la loro sicurezza nei luoghi in cui si trovano, nel momento in cui si verifichino situazioni di pericolo per l’incolumità?

C’è anche da dire che, spesso, nei luoghi pubblici, le videocamere sono anche ben mimetizzate. Anche perché nei luoghi commerciali, spesso, le videoriprese non sono usate solo per la sicurezza, ma anche per studiare i comportamenti dei consumatori (questo si che è violazione di privacy).

Uno lo sa, magari c’è il cartellino di avviso, però lontano dagli occhi, lontano dalla “memoria”. Queste nelle foto qui sotto, ad esempio, sono tipi di videocamere presenti nei luoghi commerciali. Le videocamere più diffuse sono quelle semisfere nere che vedete sui soffitti, calotta scura opaca riflettente,  proprio per togliere consapevolezza di essere videoripresi.

CONCLUSIONE

Quindi, anche tenendo conto della bassezza di gran parte degli individui, che non hanno remore a inventarsi/negare di tutto, risulta perfettamente legittimo tutelarsi in tal senso, così come ci sono videocamere in giro ovunque nelle strade, nei negozi ecc. proprio per tutelare la sicurezza.

Di conseguenza, sicuramente per analogia, è indiscutibile che possono farlo anche gli individui, tanto più se si trovano in situazioni di rischio.

E se c’è un modo migliore per provare i fatti, rispetto alla sola testimonianza verbale, perché impedirne l’uso solo ad alcuni?

Se altri soggetti già usano il metodo liberamente, senza limiti, tanto più che può avere un effetto deterrente anche per la sicurezza degli individui nei luoghi.

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