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Uso improprio del termine “negazionisti”

Si definiscono negazionisti coloro che negano "fenomeni storici accertati".
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di Sara Palazzotti | 13 Novembre 2020


Secondo voi, è appropriato usare il termine negazionisti – come stanno facendo i mass media – per riferirsi a coloro che dubitano di un fenomeno di attualità (emergenza covid), le cui evidenze impongono il dovere del dubbio a chi si occupa di inchieste e accertamenti di eventi da storicizzare?

Qui di seguito, la definizione di NEGAZIONISMO estratta da Wikipedia ((Negazionismo – Wikipedia)): si definiscono negazionisti coloro che negano “fenomeni storici accertati”.

A mio avviso, l’uso del termine negazionisti è del tutto inappropriato.

L’evento COVID, innanzitutto, non è storico, manca quindi il distacco temporale necessario per l’uso del termine, la storicizzazione, e non è neanche accertato, perché manca il processo “super partes” alle prove.

L’uso del termine negazionista, per aggettivare chi legittimamente – prove alla mano (v. Osservatorio Quarantena) – manifesta il suo pensiero, come consentito dall’art.21 della Costituzione della Repubblica Italiana, oltre che inappropriato è anche offensivo, direi aggressivo e incostituzionale, perché vuole impedire quanto sancito dall’art.21 suddetto.

EFFETTO PERVERSO DELL’USO DEL TERMINE NEGAZIONISTI

L’effetto è perverso all’ennesima potenza. Si perverte il significato della parola negazionisti e, così, si danneggiano anche le vittime dei reali e tanti negazionismi.

Questo utilizzo improprio del termine negazionisti è anche malevolo, perché ha anche un effetto manipolatorio mentale: annienta la riprova sociale, identificando coloro che indagano e dubitano, riguardo Emergenza Covid, evento di attualità, non ancora storicizzato né ancora storicizzabile, con i negazionisti per antonomasia: i nazisti.

NEOLINGUA

Questo uso improprio di vocabolo è molto affine a quanto pronosticato da Orwell nel romanzo distopico 1984, in cui Orwell chiama queste alterazioni linguistiche NEOLINGUA e il linguaggio fatto di vocaboli ridotti, compressi e pervertiti OCOLINGO.


ALTRO ESEMPIO DI NEOLINGUA NELLA NOSTRA ATTUALITÀ

Liberismo, nel termine c’è un uso improprio della radice della parola libertà.

Il liber-ismo NON ha nulla a che vedere con la libertà, anzi la sopprime per molti e la concede senza limiti a pochissimi: in realtà, liberismo è oligarchia.

L’uso della radice liber- induce le persone a perdere l’idea di liberale e libertà. Ho constatato che, addirittura, non poche persone, temono la libertà, perché la associano a “liberismo”. Confondono liberale con liberista.

IN CONCLUSIONE

Possiamo dire che la strategia della neolingua funziona ed è molto pericolosa. Ne avevo già accennato qui su liberismo: Neoliberismo, ma meglio dire oligarchia. Un altro termine perverso è MIGRANTI, magari ne parleremo in un prossimo articolo.

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