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Chiude Colussi ad Assisi a causa delle sanzioni alla Russia, 300 lavoratori in cassa integrazione

Non serviva elevata intelligenza e cultura tecnica per prevedere conseguenze disastrose per l'economia italiana. Vien da pensare che il disastro sia stato voluto.
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di RV redazione | 7 Aprile 2022


Si comincia con la cassa integrazione: 300 saranno i nuovi cassaintegrati della Colussi di Petrignano d’Assisi, in provincia di Perugia.

Secondo quanto riportato dal sito Umbria24.it ((Colussi, in cassa integrazione 300 operai)), Colussi, gruppo alimentare italiano, ha chiesto la cassa integrazione (Cigo) dal 4 aprile per 13 settimane per la sede produttiva in Umbria.

Le cause della chiusura

Causa indiretta della chiusura dello stabilimento Colussi sarebbero i rincari del gas e altre materie prime, dovuti alle sanzioni economiche irrogate, dalla UE e dal Governo italiano, alla Russia, coinvolta nel conflitto territoriale con l’Ucraina, per dispute inerenti l’espansione militare della Nato sul territorio ucraino.

A causa dei rincari, l’azienda Colussi ((Storia della Colussi – Wikipedia)) ha perduto contratti importanti con la Grande Distribuzione che avrebbero costretto la dirigenza a bloccare la produzione.

Il futuro di lungo termine sembra, peraltro, incerto e strettamente legato all’evolvere della situazione bellica in Ucraina.

Stabilimento Colussi
Stabilimento Colussi di Petrignano d’Assisi (PG)

Mossa del Governo autolesionista

Si aggiunge così una nuova azienda alla lunga lista di quelle in difficoltà in Italia a causa delle sanzioni alla Russia volute anche dal Governo italiano.

La mossa non è stata intelligente e le conseguenze prevedibili, forse qualcuno vuole affossare l’economia italiana?

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