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Debito pubblico in mani straniere: un rischio per la sovranità in democrazia

Il ruolo dei creditori stranieri nelle scelte politiche e nella tenuta dello Stato in democrazia.
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di / 4 Maggio 2025 / RagionVeduta.it


Il debito pubblico è uno strumento fondamentale per il funzionamento dello Stato moderno. Serve a finanziare servizi pubblici, infrastrutture, welfare e politiche economiche. Il controllo dell'emissione di moneta è strumento imprescindibile per la sovranità. Quando il controllo del debito passa in mani straniere o private cominciano i problemi.

Illustrazione concettuale di un Parlamento incapsulato in una teca di vetro, circondato da mani straniere che offrono denaro e lingotti d’oro, simbolo del ricatto economico e della perdita di sovranità.
Il potere legislativo osservato come un oggetto in vetrina: mani straniere lo influenzano con denaro, senza che nessuno all'interno possa reagire.

Oggi, una quota significativa del debito di molti Paesi è nelle mani di fondi d'investimento, banche private o altri Stati. Questo fenomeno per cui stati esteri e/o soggetti privati possono detenere enormi quantità del debito pubblico di intere nazioni dovrebbe essere arginato.

Chi controlla il debito controlla lo Stato

Quando un soggetto esterno detiene una parte rilevante del debito di uno Stato, esercita un potere potenziale sulle sue scelte. Questo potere non è formale, ma è reale: può manifestarsi con il rialzo dello spread, con la vendita massiccia di titoli, o con la richiesta di garanzie politiche in cambio di stabilità finanziaria.

Se uno Stato estero o un soggetto terzo può ricattare il Governo di uno Stato, allora la sovranità è violata e la democrazia non esiste più.

Quando il Debito Pubblico passa a stranieri, si ha una sovversione di ordinamento

Le costituzioni di ogni democrazia si fondano sul principio della sovranità popolare. Ma questa sovranità presuppone che le istituzioni abbiano il potere di decidere. Se le scelte economiche sono vincolate da chi detiene il debito, allora la volontà popolare viene neutralizzata.

L'articolo 1 della Costituzione italiana recita: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Se il governo non è libero di agire perché deve rendere conto ai mercati, quella sovranità è compromessa.

La concentrazione del Debito Pubblico in mani estere: rischi

Secondo i dati della Banca d'Italia, circa il 30% del debito pubblico italiano è detenuto da soggetti esteri. Questo significa che quasi un terzo del nostro debito è sotto il controllo di soggetti stranieri. Questa esposizione debitoria può diventare una leva di pressione per costringere i Governi ad attuare ordini operativi politici che vanno contro l'interesse dei cittadini italiani.

La mancanza di una Banca di Stato e nessuna autorità sull'emissione della moneta è un limite alla sovranità che lascia decadere qualsiasi concetto di democrazia, ma perfino di governo autodeterminato.

Conclusione

Il controllo del debito pubblico è una questione centrale per la sovranità democratica. Affidarlo a soggetti esterni significa rinunciare a una parte decisiva del potere politico. Per questo motivo, è urgente ripensare i meccanismi di finanziamento dello Stato e restituire alla collettività il controllo sulle sue risorse.

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